Alla realizzazione di un'opera d'arte concorrono fondendosi due elementi principali, uno è l'Artista e l'altro è il tempo. L'artista non può fare a meno di considerare l'elemento tempo, in quanto ogni sua opera (e per opera intendo, realizzazione ottimale) si forma in un momento ben preciso della sua evoluzione né prima né dopo (se così non fosse, l'opera risulterebbe mediocre, perché immatura o scontata). Si può quindi dire che esistono come degli incontri, o appuntamenti fra l'artista e il tempo, appuntamenti che si rivelano nell'opera d'arte. Appuntamenti che si possono definire come illuminazioni, ispirazioni, scoperte, rivelazioni. Ciò vale non solo per l'inizio della concretizzazione dell'opera, ma anche per tutte le sue intermedie fasi realizzative. Il concludersi di questi appuntamenti non determina la fine di un lavoro, di un'opera, ma la sua nascita; o meglio il cambiamento dei ruoli per un appuntamento speciale. L'Artista, viene sostituito dall'opera, la quale prosegue da sola il suo cammino in un unico e continuo appuntamento con il tempo. L'Artista non è più autore di un manufatto, ma diventa spettatore, fruitore e scopritore di se stesso in quanto l'Opera, diventa il Maestro, il portatore di conoscenze grazie al suo contenuto intrinseco, frutto di quel bagaglio che l'Artista ha immesso senza esserne cosciente e per questa ragione vero e profondo.

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